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al testo di cristina bizzarri
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A Bertha Pappenheim, alle donne.
sul sentiero di se stesso, zoppicante ti recludi al mondo tra pareti e sfingi molli dove offesa sfumi in mito e racconti arcaico amore inconfessato.
Tua o mia l'attesa o nome? Figlio padre amato amante ci fecondi? Chi Minerva fiore bianco della mente?
sul ciglio della scena - li inghiottono le quinte - velluto nero, notte fonda.
in cui affluisco e mi confondo.
Canta lo scrosciare ininterrotto, canta la conca origine del mondo.
Inarchi il busto tra dolcezza e ira furibonda. Ti accarezzo piano gli occhi.
Mi vedi Bertha? Siamo noi la storia, noi il mondo. Paveseranno futili stendardi, ci cambieranno nomi - resta la luce, il chiarore del tramonto.
unte.
eco non ferita - "noli me tangere" non dica.
Prima di ogni distruzione parole nella terra, intere.
donna feconda, Adamo. Prima del mito Eva, donna di sangue, parto delle donne.
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